PilaHarmonic: quando la lezione si “crea”

 

Ogni attività legata al PilaHarmonic è un luogo di creatività e di sperimentazione, nel caso delle lezioni individuali e anche in quelle di gruppo. Ne parliamo con Arianna Morini, creatrice del metodo.

Le lezioni di PilaHarmonic sono sempre tutte uguali nella loro struttura e nel loro andamento?

Le lezioni di PilaHarmonic si svolgono in base a un canovaccio, in base al tipo di allenamento in cui coinvolgere gli allievi . Ma un aspetto molto importante, dal mio punto di vista, è quello della creatività dell’insegnante, il quale deve adattarsi in corso d’opera, di volta in volta, rispetto alle esigenze specifiche e alle caratteristiche di chi partecipa. Ciò è legato a una sorta di empatia che si crea con il gruppo, o con il singolo partecipante, proprio durante le lezioni.

A quali condizioni si può esercitare questa creatività?

La creatività non nasce da nulla, ovviamente. Occorrono capacità e competenze maturate nel tempo. Occorre insomma una forte preparazione di base, e soprattutto occorre esperienza.
Direi che per una persona che volesse approcciarsi a diventare insegnante di questo metodo è importante la conoscenza degli esercizi basici, che poi sono molto spesso mutuati dal Pilates, in parte dallo yoga, dalla ginnastica posturale e da altri approcci di cui abbiamo più volte parlato. Ma poi, appunto, è l’esperienza stessa che fa sì che un insegnante riesca a entrare in una sorta di connessione più profonda con l’allievo, o gli allievi, e quindi a modificare in corso d’opera la lezione senza snaturarla, ma rendendola il più efficace possibile in quella determinata situazione. Un gioco d’improvvisazione, con sue regole proprie.
Quindi potremmo dire che il rapporto di comunicazione non è soltanto unidirezionale (ovvero l’insegnante che dice all’allievo di fare qualcosa) ma è anche l’allievo che, con il suo feedback, in qualche modo retroagisce e influenza il corso successivo dell’attività comune. Chiaramente questo processo di scambio è più agevole con un singolo partecipante, ma è possibile anche nell’ambito di una dinamica più estesa, di gruppo.

 

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