
La ricerca nel campo della psicologia riconosce l’individuo come un’unità psico-fisica indivisibile. In questo contesto, le discipline olistiche legate al movimento, come il PilaHarmonic, possono offrire, in linea ipotetica, un importante contributo.
Ricordiamo innanzitutto qualche aspetto teorico-metodologico del PilaHarmonic:
– La centralità del sistema fasciale come vero e proprio organo del corpo umano, che ha un ruolo fondamentale nella “interocezione” (percepire le sensazioni del corpo, e anche regolare le emozioni e lo stress) e nella “memoria corporea” (le tensioni croniche e i traumi emotivi non risolti si immagazzinano nelle restrizioni della fascia).
– L’integrazione tra diverse discipline e approcci, quali il Pilates classico, il Fascial training, lo Yoga e la Ginnastica posturale;
– L’approccio “meditat-tivo” (mindfulness in motion), ovvero meditare allenandosi, attraverso una esperienza di movimento immersa nel presente, la ricerca di una connessione profonda tra parti interne ed esterne del nostro corpo, la pratica della consapevolezza respiratoria, la promozione di uno stato di centratura personale, la fluidità adattiva e non giudicante.
In tal senso, i benefici del PilaHarmonic possono andare oltre la tonicità e la postura, contribuendo a incidere sul benessere mentale e l’equilibrio psico-fisico di chi lo pratica. Ad esempio, sul versante della regolazione delle emozioni, dell’immagine del Sé e dell’autoefficacia, della gestione del dolore cronico (es. in caso di fibromialgia) e dei disturbi psicosomatici (es. avere una immagine corporea distorta). La relazione tra PilaHarmonic e psicologia è tutta da esplorare, ma certamente non mancano gli elementi su cui riflettere e su cui sperimentare.
